Premessa (non etica):
“La portata del vizio procedurale è tale da invalidare l’esito referendario […] e determinare l’obbligo conformativo di riattivazione della consultazione referendaria, nell’osservanza dei criteri dettati in motivazione.”
(dalla sentenza N. 10376/2024 del Consiglio di Stato del 24/12/20241)
“Illegale: che contrasta con la legge. Azione, procedimento illegale”
(dal Dizionario Italiano Garzanti)
Viene da chiedersi come si sia potuti arrivare a questo punto, cioè al punto in cui un gruppo di psicologi è dovuto ricorrere al Consiglio di Stato per fare rispettare la legge, dove il fuorilegge era il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.
Con la sentenza della vigilia di Natale si conclude (o forse ricomincia proprio ora) una vicenda iniziata con l’avvio dei lavori per la revisione del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, che abbiamo approfondito a partire dalla pubblicazione del documento di critica alla revisione del Codice all’inizio di settembre 20232.
Dopo la votazione del quesito referendario e la grande esultanza del CNOP per la vittoria ottenuta, la vicenda si è spostata nei tribunali, prima al TAR del Lazio e poi al Consiglio di Stato, dove un gruppo di colleghi ha presentato un ricorso per l’annullamento del referendum con argomentazioni valide e articolate di carattere procedurale, amministrativo e deontologico.
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso con la sentenza pubblicata il 24/12/20243 invalidando l’esito del referendum. In questo processo è particolarmente significativo il fatto che l’ago della bilancia, nella decisione del Consiglio, sia stato proprio il fatto che l’Ordine abbia inserito all’interno della revisione del Codice una premessa etica non sottoponendola al voto, come imposizione che cade dall’alto. Secondo quanto previsto dalla legge 56/89, ciò è illegale in quanto:
Il Consiglio nazionale dell’Ordine “predispone ed aggiorna il codice deontologico, vincolante per
tutti gli iscritti, e lo sottopone all’approvazione per referendum agli stessi”.
Lettera c) del comma 6 dell’art. 28 della legge 18 febbraio 1989, n. 564.
Sì, è proprio così: nella revisione del documento maestro per la deontologia professionale degli psicologi, al nostro Ordine nazionale è mancata non solo la deontologia, ma anche la legalità.
Se l’esito referendario fosse stato annullato per motivi tecnici, come il mancato invio delle PEC o la pubblicazione tardiva della delibera di indizione del referendum, questa sentenza non avrebbe avuto lo stesso impatto. Ma, così come è stata formulata dal Consiglio di Stato, questa sentenza spazza via tutto. Ciò che è stato fatto non si poteva fare.
Si è trattato di un abuso di potere e i responsabili sono i componenti del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, cioè tutti i presidenti degli ordini regionali, che hanno approvato all’unanimità il testo revisionato del Codice, cercando di imporre forzatamente nella pratica professionale degli psicologi dei contenuti con modalità non consentite dalla legge. Si tratta degli stessi esponenti di spicco dei maggiori gruppi di politica professionale, che ora hanno inaugurato le loro campagne elettorali in vista delle prossime elezioni, all’insegna di facili slogan sull’ascolto, sulla partecipazione e sull’inclusione. Ci chiediamo su quale pianeta abbiano vissuto questi colleghi negli ultimi anni, quando la comunità professionale chiedeva di essere ascoltata e ha preso solo
pesci in faccia, fino al punto in cui l’unica strada percorribile, per potersi interfacciare con i propri
rappresentanti, è stata quella del tribunale.
Allo stesso modo ci chiediamo anche quale credibilità possa ancora avere una Commissione Deontologia che ha prodotto un documento pesantemente criticato dai molti colleghi e che ha avviato una procedura illegittima per questo referendum.
E ci chiediamo anche se ci rimborseranno di tasca loro le spese che sono state sostenute per realizzare questa procedura illegittima e per difenderne l’esito in tribunale, o se ancora una volta tutta la comunità professionale dovrà pagare per gli errori di pochi eletti.
Tra un mese o poco più avremo le nuove elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali, quindi anche del Consiglio nazionale, e questi sono temi su cui dovremmo riflettere tutti.
Riusciremo per una volta a sfuggire all’eterno ritorno dell’uguale?
- https://portali.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?
nodeRef=&schema=cds&nrg=202406630&nomeFile=202410376_11.html&subDir=Provvedimenti ↩︎ - https://www.ilnocheunisce.it/documento-di-critica-alla-revisione-del-codice-deontologico-degli-psicologi-in-vistadel-referendum-2023/ ↩︎
- https://portali.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?
nodeRef=&schema=cds&nrg=202406630&nomeFile=202410376_11.html&subDir=Provvedimenti ↩︎ - https://www.psy.it/allegati/legge_56_1989_02_18.pdf ↩︎