Il colosso farmaceutico entra in classe, ma chi presidia la scuola?

A cura di Elisa Molino, Barbara Lucidi, Alessandro Vimercati – Il NO che UNISCE, psicologi per la dignità professionale.

Ci troviamo nell’era paradossale dove gli iscritti di un Ordine Nazionale non vengono informati ufficialmente via pec del referendum sulla modifica del loro stesso Codice Deontologico bensì per mezzo di newsletter, mentre l’informazione del mercato circola con particolare capillarità e aggressività nei luoghi meno appropriati come quelli di crescita, che dovrebbero essere (in teoria) risparmiati e incontaminati da certe logiche.

Si è appreso dalle testate giornalistiche che Pfizer Italia, in collaborazione con la Fondazione Golinelli (che si occupa di promuovere conoscenza, innovazione e cultura attraverso attività di educazione e formazione) e la Fondazione Media Literacy (che opera nei campi dell’educational e dell’informazione, in particolare nelle scuole secondarie superiori), porteranno un progetto nelle scuole contro la disinformazione e “per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori.

Ancora una volta c’è da chiedersi per quale strano criterio un’azienda privata, la Pfizer (che chiaramente ha un interesse a vendere i propri prodotti), dovrebbe occuparsi dell’alfabetizzazione scientifica italiana e della trasmissione della corretta informazione, autoproclamandosi portatrice della (SUA) verità infusa e prendendosi l’autorità di decidere quale è una fake-news e quale no. Sembra un racconto e invece è realtà. Per chi si occupa di abuso (ma non solo per chi se ne occupa direttamente) dovrebbe risultare lampante questa ennesima intrusione senza precedenti.

Se vogliamo davvero parlare di corretta informazione scientifica dovrebbe essere un ente super partes a occuparsene. Altrimenti, la voce della casa farmaceutica sarebbe da affiancare ad altre voci, in modo da creare un contraddittorio che consenta ai ragazzi di acquisire informazioni da più parti e maturare una posizione libera e incondizionata, al fine della formazione di un pensiero critico e al fine del rispetto e della salvaguardia della loro identità di soggetti in grado di autodeterminarsi. Questo approccio (che, tra l’altro, da sempre è considerato un corretto approccio scientifico) dovrebbe costituire la base in un paese democratico, soprattutto quando ci confrontiamo con una casa farmaceutica che ha un curriculum giudiziario di un certo livello e che nel 2009 ha dovuto pagare una multa di 2,3 miliardi di dollari per marketing fraudolento, definita dallo stesso Governo degli Stati Uniti “la più grande sanzione per frode sanitaria nella storia del Dipartimento di Giustizia”.

La modalità con cui viene messo in atto questo progetto non sembra parlare di informazione ma di indottrinamento. Un indottrinamento che non avverrà solo nelle scuole superiori ma anche nei corsi di giornalismo e di scienze della comunicazione. Questo modo di procedere, a qualcuno ricorda qualcosa?

Quando si è sicuri della bontà (sicurezza ed efficacia) dei propri prodotti, che bisogno ci sarebbe di ostentarla a tal punto? Per quale motivo ci si dovrebbe spingere in campagne talmente invadenti e aggressive, fino a entrare nelle scuole? L’aspetto assai grave è proprio questo: nemmeno di fronte alle scuole e ai ragazzi si ferma il condizionamento e il monopolio del mercato. Ci si chiede dove siano le istituzioni italiane che tanto decantano la salvaguardia e l’istruzione dei ragazzi.

Questa iniziativa di Pfizer dovrebbe partire da metà ottobre nelle scuole superiori, nonostante non sia stato fatto alcun comunicato ufficiale né da parte della casa farmaceutica e né dalle fondazioni che ci collaborano, fino al 7 ottobre dove, in occasione del Festival digitale popolare a Torino, il direttore della comunicazione del colosso farmaceutico, Biagio Oppi, ha presentato il progetto: una “vetrina” in cui ogni relatore ha avuto a disposizione 5/10 minuti, senza la possibilità di fare domande e senza alcun contraddittorio.

Non è stato anticipato chi si recherà personalmente nelle scuole e nelle università per le attività informative sopra citate di “alfabetizzazione medico-scientifica”. Si presume che si tratti di personale con una solida formazione scientifica. In caso qualcuno stesse pensando di arruolare noi psicologi vi anticipiamo che decliniamo l’offerta. No, grazie, ne abbiamo abbastanza.

Come gruppo di psicologi non possiamo tacere di fronte a questa ennesima progressiva e pervasiva intrusione nella vita delle persone, che assume a tutti gli effetti le sembianze di una manipolazione, ora sui più giovani, che va a inficiare il naturale sviluppo del loro pensiero critico, con ricadute potenzialmente preoccupanti sul nostro presente e futuro.

Quanto ancora si dovrà subire l’ingerenza di un mercato (di cui tutti stiamo facendo le spese) che invade veemente i luoghi comuni dei cittadini e, cosa ancor più grave, i luoghi di crescita? Il tutto, con pressoché totale asservimento delle istituzioni.

Un augurio a mantenere la propria libertà di sentire e valutare le informazioni, per trovare il proprio modo di formarsi un’opinione, scevra quanto più possibile da condizionamenti e imposizioni.

L’immagine qui sotto vale più di mille parole (foto gentilmente concessa da Marco Ricagno, qui a sinistra presso il festival digitale popolare a Torino, il 7 ottobre 2023). 

Condividi

5 commenti

  1. Quanto raccontato è la conferma della insignificanza del peso giuridico dell’attuale Magistratura e del degrado culturale e morale della nostra Società incapace di prendere coscienza dei propri Diritti e di difenderli

  2. Se non li fermiamo siamo rovinati e sarà ancora più dura. Se non ritorneremo come bambini non capiremo mai niente.. Non era proprio così..

  3. Antonio De Padova

    Vi abbiamo osservato,
    vi abbiamo pesato
    e vi abbiamo trovato MANCANTI!!!
    Tornate nelle vostre lussuosissime topaie.

  4. Mia madre dopo il vacino phaizer,ha rischiato di morire,si stava fermando il cuore e sono stati tempestivi a mettere il pass meker.lei prima stava benissimo ,ora la sua vita è difficoltosa.Penso che c’è troppa oscurità è necessaria verità e chiarezza e non imporre il vaccino

  5. Per una scuola di informazione e di scienza libera per tutti nonchè una promotrice di diritti e di valori umani naturali. Perciò fuori i mercati e le multinazionali dalle scuole!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *