L’OPERAZIONE E’ RIUSCITA MA IL PAZIENTE E’ MORTO

CRONACHE DI QUESTI GIORNI A FUTURA MEMORIA

a cura di Clara Emanuela CurtottiComitato Nazionale Psicologi EDSU

La domenica notoriamente serve a fermarsi, a riposare ed a riflettere, quando ce lo concediamo e di questi tempi non è cosa né semplice ne automatica. Tocca davvero impegnarsi per trovare un po’ di sospirata pace. Mentre la cercavo appunto, in questa domenica pomeriggio di fine settembre, una serie di frasi e pensieri intrusivi hanno prepotentemente fatto il loro ingresso nel mio flusso di coscienza:

Primo fra tutti: “Ci metto la faccia!” ripetuto da differenti persone ed in differenti contesti;

Poi di seguito: “Referendum: Votare è importante? SI” ”: postato nel noto sito istituzionale del CNOP che incorpora il mal celato messaggio promozionale d’invito al SI’, in piena campagna referendaria ed in barba all’auspicata sospensione del giudizio super-partes, come ci si aspetterebbe da un organo istituzionale di rappresentanza;

Ho votato sì perché”: del professor Gullotta. Sempre per la cronaca: riportato in un post pubblicato dall’Ordine del Piemonte, rimosso clamorosamente dopo poche ore. Questo, alcuni giorni dopo la pubblicazione del documento critico al nuovo codice a cura del professor Calvi che, assieme allo stesso Guglielmo Gullotta, un tempo contribuirono attivamente alla redazione del nostro attuale Codice Deontologico.

“Abbiamo votato SI ma volevamo intendere NO”: soprattutto da parte di quella finta “opposizione” che, dopo aver votato all’unanimità per il sì al codice revisionato, ora e senza ritegno alcuno corre a riposizionarsi, a prendere le distanze, a discettare con eloquenza sulle ragioni del perché prima sì ed ora no. Ragioni davvero oscure e di difficile interpretazione.

Votate SI”: caldeggiatosenza ritegno da noti provider di ECM con tutte le meritevoli argomentazioni del caso e direi anche qui in barba al conflitto d’interessi.

Spid si Spid no, Cie si Cie no, password dimenticata e richiesta nuovamente, ricevuta si ricevuta no, l’apro ma non ci sta niente, sola ricezione, ma avrò votato si oppure no?”: cioé le voci dei colleghi che ho sentito in questi giorni, tutti presi poverini dalla drammatica vicenda della votazione on line con le peripezie kafkiane del caso. Tanti i colleghi che dicono di non riuscire a votare, provano e riprovano e poi chissà.

E il carrozzone va avanti da sé….parafrasando il noto brano! Oppure molto rumore per nulla, per fare una citazione più forbita. Psico-sociologicamente parlando, che buffa comunità è la nostra, a guardarci dal di fuori qualche dubbio serio sulla nostra sanità mentale viene e spontaneamente. Tutti hanno bisogno di esprimersi e di dire la loro, compresa la sottoscritta beninteso! Ciò che stupisce di più tuttavia è soprattutto la constatazione che, dall’apertura del referendum in poi, siano stati davvero molti gli interlocutori della politica professionale, tutti in vista e noti nella nostra comunità, che non abbiano rispettato il silenzio elettorale. Sicché dirò anch’io la mia. Così, tutta l’operazione nel suo complesso mi fa venire una sola frase in mente, in riferimento ai pensieri intrusivi di cui sopra, riflettendo sul destino di questo codice revisionato che si deciderà a breve nei prossimi giorni ma anche ed in risposta agli “auto-incensamenti” profusi nei numerosi webinar e video a cura dei promotori della revisione del nuovo codice.

Signori miei, prendete atto: l’operazione è riuscita ma il paziente è morto”.

Il tanto sospirato adeguamento normativo e giuridico, dettato dalle dichiarate necessità storico-politiche, adeguamento che avrebbe dovuto resuscitare un paziente vetusto, appunto il nostro codice, ha sortito un effetto indesiderato: il paziente ora giace agonizzante sul letto e tutti intorno noi a disperarci.

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